Piazza del Popolo era originariamente il luogo dove si svolgevano giochi, fiere ed esecuzioni capitali. Anche la tradizionale corsa del carnevale partiva di qui. Era anche la prima piazza di Roma in cui transitavano i viaggiatori provenienti da Nord che entravano attraverso la Porta del Popolo (antica Porta Flaminia, sulla cui facciata interna intervenne il Bernini), accolti dall’iscrizione Felici Faustoque Ingressui (Per un ingresso felice e fausto), realizzata in occasione della visita della regina Cristina di Svezia nel 1655. L’aspetto ellittico della piazza lo si deve a Giuseppe Valadier, che tra il 1816 e il 1824, durante l’occupazione napoleonica vi aggiunse due esedre con fontane. Valadier costruì anche le rampe che collegano la piazza al Pincio, colmandone il dislivello. Il nome della piazza è probabilmente dovuto alla cappella che Papa Pasquale II fece costruire nel XII secolo a spese del popolo romano. L’attuale Basilica di Santa Maria del Popolo vanta architetture di Raffaello e Bramante e ospita al suo interno sculture del Bernini e dipinti del Caravaggio e del Pinturicchio. Sulla piazza si affacciano anche le due chiese di gemelle di Santa Maria in Montesanto (1675), detta anche Chiesa degli artisti, e Santa Maria dei Miracoli (1678), che costituiscono due lati del cosiddetto tridente, l’insieme di Via del Babuino, Via del Corso e Via di Ripetta che si dipartono da Piazza del Popolo. Al centro della piazza, quasi a bilanciarne tanta manifestazione di fede, si erge l’Obelisco Flaminio, che risale all’epoca dei faraoni Ramesse II e Merenptah (1232-1220 a.C.). L’obelisco, alto 24 metri, fu portato a Roma nel 10 a.C. per volere dell’imperatore Ottaviano Augusto e collocato, inizialmente, al Circo Massimo.
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