Si tratta di un tipo di pane la cui produzione si sviluppò durante il periodo della dominazione asburgica a Gemona e nei territori limitrofi. Una specialità che mischia la tradizione del territorio cioè la coltivazione di mais e la produzione del pane con quella degli antichi dominatori che durante il periodo natalizio solevano preparare dolci a base di frutta secca e spezie. Questo tipo di pane veniva poi cotto nei forni comuni o nei forni delle famiglie più abbienti della città che ne ricevevano alcune pagnotte come compenso. Per decenni cibo privilegiato sulle tavole natalizie ha rischiato di scomparire per sempre a causa dei mutati gusti alimentari e dell'abbandono della coltivazione del cinquantino. Solo grazie al progetto avviato nel 2006 dall'eco-museo delle acque del Gemonese per il rilancio del pan di sorc e all'impegno di Slow Food si è ridato slancio alla produzione e commercializzazione di questo pane dolce.
Il pan di soc viene prodotto con la miscela di tre farine: quella di mais (cinquantino), quella di frumento e quella di segale. L'impasto delle tre farine diviene dolce e speziato grazie all'aggiunta di fichi secchi, semi di finocchio selvatico, uvetta, cannella e noci. A fine cottura si presenta come una pagnottella tonda alta pochi centimetri dalla costa scura e dura ma con un interno morbido e di colore giallo. In passato il pan di sorc veniva preparato durante il periodo natalizio e spesso utilizzato come regalo bene augurante, oggi viene prodotto durante tutto l'anno.