Passeggiare per le viuzze della città è sicuramente molto gradevole, soprattutto la sera, quando scende il sole, il cielo si infuoca dei colori del tramonto e si alza una piacevole brezza. Sulle strette vie, in un continuo sali scendi, si affacciano numerosi negozi di abbigliamento, di souvenirs, bar, ove consumare stuzzicanti aperitivi, e ristoranti. Il cuore della città è costituito da:
ove sorge il forte o castello, ora utilizzato in parte come sede del comune ed in parte come sede del museo archeologico. Gli ultimi due piani dell’edificio vennero aggiunti agli inizi del ‘900 per ospitare i confinati. Fu proprio in questo castello, come ricorda una lapide apposta sulla facciata, che nel 1914 venne firmato il famoso “Manifesto di Ventotene” nel quale si chiedeva l’unione dei paesi europei.
Conosciuta semplicemente come Villa Giulia, in onore della prima nobildonna romana che vi venne esiliata, la struttura occupa l’intero promontorio di punta Eolo. Per la visita alle rovine è necessario richiedere l’autorizzazione al museo archeologico.
Posta ai piedi del Faro, la peschiera rappresenta un vero e proprio allevamento ittico, costruito intorno al I secolo a.C. dai romani, per soddisfare il crescente consumo di pesce d’acqua salata da parte delle classi più agiate. L’impianto, viste le dimensioni, era in grado di fornire pesce ad un numero non molto elevato di persone, probabilmente solo agli abitanti delle ville dell’isola. L’impianto venne costruito seguendo le indicazioni dei più noti naturalisti dell’epoca, anche se i criteri di base derivano dalle tecniche utilizzate in oriente. Gli impianti dovevano essere prima di tutto facilmente accessibili, avere zone assolate e zone d’ombra, inoltre dovevano disporre di un collegamento diretto con il mare.
E’ sicuramente la prima cosa dell’isola che colpisce l’attenzione arrivando dal mare. Il bacino del porto venne completamente scavato nella roccia in epoca romana, per fare ciò vennero asportati circa 60.000 metri quadrati di roccia tufacea. I fondali arrivarono in questo modo a raggiungere una profondità di circa 3,5 metri. Sulla banchina venne scavato un portico, del quale rimangono ancora oggi alcuni archi, occupati da negozi. Nel 1770 l’intera struttura portuale venne rifatta su progetto del maggiore Winspeare, utilizzando come manodopera i carcerati presenti sull’isola.
Partendo da piazza Castello, si prosegue in discesa verso la piccola chiesa, di lì, proseguendo verso via Granili, si raggiunge il Belvedere dal quale si gode di una spettacolare vista su Cala Rossano e sul mare.
Posto sul promontorio e raggiungibile seguendo Via degli Ulivi, in direzione opposta all’abitato, il semaforo è una postazione antiaerea costruita durante la Seconda Guerra Mondiale. Attualmente, oltre a costituire un ottimo punto panoramico, ospita il “Museo della Migrazione”, primo Museo e Osservatorio Ornitologico in Italia e uno dei pochissimi esistenti a livello europeo. Il museo e l’osservatorio sono il risultato del lavoro svolto in oltre 20 anni da ricercatori e inanellatori volontari. Il percorso museale aiuta a comprendere i misteri della migrazione, permettendo di scoprire, ad esempio come fanno a raggiungere Ventotene dal Nordafrica uccelli del peso di pochi grammi, come fa una Sterna artica a migrare, nel corso della sua vita, per una distanza pari a due volte quella che separa la Terra dalla Luna, come fanno a orientarsi nella notte uccelli che vivono una vita diurna. Grazie a modelli a grandezza naturale, video e pannelli interattivi, vengono poi spiegate al pubblico le antiche tecniche di cattura degli uccelli. Il Semaforo viene anche utilizzato per osservare il volo di molti uccelli in quanto, Ventotene assieme a Santo Stefano, costituisce un punto di sosta per oltre 194 specie di uccelli migratori che si spostano dall’Europa all’Asia e viceversa.
Si tratta di enormi serbatoi, costruiti in epoca romana, che dovevano garantire il rifornimento idrico agli abitanti dell’isola. Poste a pochi minuti a piedi da piazza castello, le due cisterne “Villa Stefania” e “Dei Detenuti” sono visitabili tramite apposite visite organizzate dalle guide dell’isola. Le visite più suggestive sono quelle effettuate in notturna. Le due cisterne si estendono su una superficie rispettivamente di 700 metri quadrati e 1200 metri quadrati.
Trattandosi di un’sola di origine vulcanica, prevalentemente rocciosa, Ventotene dispone di poche spiagge, alcune delle quali raggiungibili solamente dal mare. Caratteristica di quasi tutte le spiagge è il colore scuro della soffice sabbia. Tra le spiagge principali:
Cala Nave: raggiungibile a piedi dal paese, in genere è la spiaggia più affollata dell’isola. Dalla spiaggia è possibile raggiungere la zona posta al di sotto del faro con scogli piatti piuttosto comodi
Cala Rossano: si tratta di una piccola cala che si affaccia direttamente sul porto. Qui hanno sede le due scuole di vela dell’isola
Parata Grande: La spiaggi è posta ad di fuori del centro abitato ed è raggiungibile tramite una scalinata con un centinaio di gradini
Parata della Postina: posta in direzione di capo dell’arco, la spiaggia, di sabbia mista a ciottoli, è protetta da un lungo scoglio piatto.
Cala Battaglia: raggiungibile tramite un sentiero piuttosto impervio
Se volete godervi appieno lo splendido mare dell'isola, il modo migliore è sicuramente quello di recarsi al porto ed effettuare una delle tante escursioni proposte. Generalmente le escursioni comprendono un giro dell’isola con varie soste bagno nei punti più belli, oppure una sosta all’isola di Santo Stefano con visita al carcere e bagno. Accordandosi con i barcaioli è possibile farsi accompagnare ad una caletta e farsi venire a prendere ad un’ora prestabilita. Non dimenticate di portare con voi maschera, boccaglio, acqua e crema solare.
Il 12 dicembre del 1997, il Ministero dell'Ambiente, ha istituito l’Area Naturale Marina Protetta "Isole di Ventotene e Santo Stefano". Come tutte le aree marine protette, anche quella di Ventotene e Santo Stefano, impone ai suoi ospiti regole di comportamento, limitazioni d’uso e di accesso. L’intera area è suddivisa in tre zone distinte, con diverse modalità di accesso e tutela ambientale:
- Riserva Integrale: si tratta di quella più interna, biologicamente intatta, che richiede maggiore protezione e difesa. L’accesso è consentito in maniera molto limitata e solamente a scopi scientifici. I visitatori sono accompagnati da personale specializzato, dopo aver ottenuto apposito permesso.
- Riserva generale: l’accesso ai visitatori è consentito in punti fissi ed in percorsi prestabiliti, previo rilascio di permessi da parte dell’Ente gestore del parco. E’ consentito l’accesso ai subacquei solo se accompagnati da apposite guide autorizzate.
- Riserva parziale: in quest’area è ammessa la presenza dell’uomo senza preventiva autorizzazione, sono permesse tutte le attività compatibili con la preservazione dell’ambiente.
L’area marina protetta ha come scopo quello di perseguire, tutelare e valorizzare le risorse biologiche e geomorfologiche della zona, diffondere e divulgare la conoscenza dell’ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri, realizzare programmi di studio e ricerca scientifica nei settori dell’ecologia, dalla biologia marina e della tutela dell’ambiente, sviluppare programmi di carattere educativo per migliorare la cultura dell’ecologia e della biologia marina.