Per rivivere la fiction "Elisa di Rivombrosa" bisogna andare in Piemontee precisamente ad Agliè dove si trova il famoso castello.
Rivombrosa è una realtà che si chiama Agliè, un antico borgo a poche decine di chilometri da Torino, nel cuore del Canavese. Il nome deriva da un viale alberato che conduce all'ingresso del Borgo dov'è la Piazza Castello, un tempo chiamato Riv'umbrusa (riva ombreggiata). Appena lo vedrete vi appariranno nella mente le immagini della serie TV.
Il nostro itinerario inizia proprio qui e si snoderà nel cuore del centro storico e nei dintorni di Agliè.
La dimora del Conte Ristori, nella realtà risale al XII secolo e venne acquistata dalla famiglia Savoia nel XVIII secolo ed utilizzata come residenza estiva dalla famiglia Reale.
Il successo riscosso dal serial è stato tale che il pubblico ha identificato non solo Rivombrosa con il Castello di Agliè, ma ha anche la storia televisiva con quella delle vicende del Castello, come se la storia di Elisa e di Fabrizio si fosse snodata veramente tra le sale del Castello e i viali del suo Parco.
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Si continua la visita di Agliè da un'altra prospettiva, quella della collina di Macugnano, appena fuori Agliè, dov'è situata la Chiesa dei Tre Ciochè (Chiesa dai tre Campanili).
Nata dall'accorpamento di strutture precedenti per opera dell'architetto alladiese Costanzo Michela il santuario si distingue per i due suoi campanili e per l'altra lanterna; proprio questa sua caratteristica si deve il nome "tre ciochè".
Segue la visita di Villa Meleto, residenza estiva del poeta crepuscolare Guido Gozzano che in queste terre trovò profondi momenti di ispirazione.
Il Meleto, residenza estiva del poeta Guido Gozzano (1883 - 1916) è una villa ottocentesca che si trova ai piedi del Colle di Macugnano, a circa un chilometro da Agliè.
Per giungervi partendo da Piazza Castello, per Via Principe Tommaso e Via Principe Amedeo si arriva alla periferia del paese, si svolta a destra e si imbocca Via Meleto.
La villa come appare oggi è il risultato di un abbellimento che il poeta vi apportò nel 1904, affascinato dal liberty francese. Visitabili anche il piccolo giardino romantico e il viale d'ingresso fiancheggiato dal noto meleto da cui prese il nome la proprietà.
Ritorno nel borgo medievale e passeggiata sotto ai portici per giungere nella parte bassa del borgo.
Visita della Chiesa di Santa Marta, capolavoro dell'arte barocca (teatro del matrimonio fra Elisa e Fabrizio) e della Chiesa Madonna delle Nevi che si affaccia sulla Piazza Castello
Nel cuore di Agliè si trova la Confraternita di Santa Marta. Della vecchia chiesa, purtroppo, si sa solamente che esisteva già nel 1619, ed il 21 dicembre 1595 era stata concessa la facoltà di celebrarvi la S. Messa. Quando, nel 1730, il piccolo oratorio fu dichiarato inagibile, il progetto per la realizzazione di una nuova chiesa adatta alle nuove esigenze fu affidato all'architetto alladiese Costanzo Michela.
La modellazione esterna non segue quella interna ma ha una sua logica legata al contesto ambientale. La struttura appare in tutta l'elegante semplicità del cotto piemontese, arricchito solamente dalle terrecotte smaltate policrome di Castellamonte. Rispetto alla tradizione locale qui il mattone diventa un'esplosione di colore: la facciata concava è giocata su parti curve e parti piane che creano un effetto pieno-vuoto, luce-ombra da cui emergono pulsanti volute.
L'edificio attuale è stato costruito nel 1773 su progetto di Ignazio Birago di Borgaro già impegnato nel castello, nell'ambito della ristrutturazione voluta dal Duca del Chiablese intorno al 1770.
Nel 1754 la Chiesa Parrocchiale, dedicata a S. Maria ad Nives, si trovava in posizione diversa rispetto all'attuale; posta nelle vicinanze del castello feudale era separata da quest'ultimo mediante un fossato difensivo, oltrepassabile tramite un ponte di legno. Il 14 settembre 1777 si celebrava la consacrazione della chiesa con il nome della Madonna della Neve.
All'interno della chiesa, emerge un piacevole movimento di linee ed ombre nei costoloni, nelle cornici delle finestre e nei capitelli conferito alla struttura dai raffinati stucchi opera del Bolina.
La pianta è a croce latina ad una sola navata. All'altezza del transetto al centro è stato inserito il nuovo altare verso il popolo, sostenuto da quattro angeli di legno dorato. La tela dietro l'altare maggiore rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù, circondati da angeli: uno di questi offre alla Vergine il plastico della basilica romana di Santa Maria Maggiore, detta, secondo la tradizione, "della neve".
Il baldacchino sull'altare maggiore, con gli stemmi del comune e della dinastia sabauda, fu costruito nel 1877.
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