Prima del IX secolo piazzetta dei Leoncini esisteva una cappella dedicata a San Teodoro. Nell’828 fu sostituita da una Chiesa destinata ad accogliere le reliquie di San Marco trafugate da mercanti veneziani e provenienti da Alessandria d’Egitto. Nella stessa epoca fu eretto anche il primo campanile. Questa prima Chiesa fu sostituita pochi anni dopo da una costruzione più grande che andò distrutta in un incendio. Nel 976 fu eretta una nuova chiesa, sostituita da quella attuale nel 1094 per iniziativa del doge Domenico Contarini che si ispirò per la sua forma architettonica alla Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli andata perduta dopo la conquista ottomana. La pianta della Basilica è, quindi, a croce greca, con le sue cinque cupole disposte al centro e lungo gli assi della croce. Lo stile è insieme bizantino, romano e veneziano. L’aspetto attuale è il frutto di numerosi interventi susseguitisi nel corso dei secoli. Nonostante questo, la Basilica appare come un insieme unitario, coerente ed armonico addirittura sorprendente. Si pensi che i mosaici dorati dell’interno della Basilica risalgono alla fine del XII secolo, nel XV secolo si definisce la facciata, capolavoro della scultura gotica; che le attuali cupole sono costruzioni di legno rivestite di lamine di piombo che racchiudono le cupole originali più piccole e più antiche. Si pensi anche che per secoli la Chiesa si andò arricchendo di fregi, sculture, marmi, colonne provenienti dall’oriente e portate dai mercanti veneziani. In particolare molti materiali preziosi giunsero a seguito della IV Crociata (1204) e dal sacco di Costantinopoli. La più celebre delle opere trafugate in quell’occasione sono i cavalli di bronzo argentato e dorato posti sopra l’ingresso centrale della Basilica. Dopo il restauro iniziato nel 1977 i cavalli originali, razziati dall’ippodromo di Costantinopoli, sono stati collocati nel Museo di San Marco e sostituiti da copie. Il Battistero e la Cappella di Sant’Isidoro di Chio risalgono al XIV secolo e solo nel 1617 furono realizzati gli ultimi due altari al suo interno. Fino al 1807 San Marco fu considerata Chiesa di Stato ed era retta dal doge; la sua amministrazione era affidata ai Procuratori di San Marco, magistratura che risiedeva nelle Procuratie e che esiste ancora per la tutela, la manutenzione ed il restauro della Basilica, del campanile e delle loro pertinenze.
L’attuale campanile di San Marco (che i veneziani hanno soprannominato “el paròn de casa (il padrone di casa)” risale al 1912. È uno dei simboli di Venezia, famoso anche perché nel 1609 Galileo Galilei lo utilizzò per una dimostrazione del suo cannocchiale. Nato come torre di avvistamento e faro nel IX secolo, ebbe una storia segnata da numerosi fulmini, un terremoto ed un rovinoso crollo nel 1902. Fu ricostruito “dov’era e com’era” e le stesse campane, delle quali si era salvata soltanto la più grande, furono ricostruite fondendo le originali.
Al suo interno, l’altare maggiore custodisce le spoglie di San Marco. Dietro l’altare è collocata la Pala d’oro, grandiosa opera di oreficeria che contiene 526 perle e 1401 pietre preziose, creata per la Basilica nel X secolo (ingresso a pagamento).