La città, che secondo la leggenda sorge nel luogo in cui un toro con un colpo di zoccolo fece zampillare una fonte d’acqua, ha in realtà origini Messapiche (antica popolazione insediatasi nelle Murge). Divenuto un possedimento Romano, con il rango di Municipio, venne successivamente invasa dai longobardi, dai bizantini, dai normanni, dagli svevi, dagli aragonesi fino a divenire un Ducato sotto gli Acquaviva di Conversano. La città è molto nota per le sue strutture in stile barocco e per diverse grotte disseminate sul suo territorio nelle quali sono state rinvenute scritture rupestri. Grazie alla bellezza dei suoi edifici è stata scelta come location per parecchi film tra i quali Il padre delle spose, La posta in gioco, Il peccato e la vergogna 2.
Cuore della vita cittadina, in passato denominata Piazza delle Legne, vi si affacciano: il Palazzo di Città o della Pretura, la chiesa di San Trifone e il Sedile, considerato uno degli edifici più antichi della città. Anche i palazzi privati della piazza hanno architetture barocche e molti sono arricchiti da loggiati. Al centro della piazza sorge la Guglia dell’immacolata.
Eretto nella seconda metà del XV secolo come residenza dei duchi, venne riedificato dopo il devastante terremoto del 1743. Ora ospita gli uffici comunali.
Eretta tra il 1580 e il 1594 per l’ordine domenicano, ha una facciata decorata da colonne e cariatidi. Quasi completamente ricostruita dopo il terremoto del 1743, dispone di un interno ad unica navata, ricavato dalle tre originali per meglio rispondere alle esigenze di predicazione. Ai lati sono poste diverse cappelle.
Edificata intorno al 1080, sul luogo in cui sorgeva un’antica chiesa basiliana, su volere del normanno Goffredo, fu intitolata a Santa Maria Assunta per volontà di Urbano II. L’interno a tre navate divise da colonne con archi a tutto sesto e sesto acuto conserva sulle pareti e sui pilastri affreschi votivi che vanno dal XIV al XV secolo. Di particolare pregio il crocifisso ligneo del XIII chiamato “Cristo Nero”, presumibilmente per il colore scuro del legno di cedro utilizzato.
In questa piccola piazza è posta l’edicola barocca detta dell’Osanna. E' in marmo bianco a forma ottagonale con colonnine congiunte da archi.
Si tratta di una riserva naturale annoverata dal 2007 dal Fondo Ambiente Italiano tra i 100 posti d’Italia da salvare. Con Legge Regionale del 15 marzo 2006 è stato istituito il parco regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano, comprendente un tratto di costa piuttosto frastagliata, caratterizzata da rocce basse ricoperte da pinete e folta macchia mediterranea. Lungo tutto il tratto di costa si aprono grotte ed anfratti dove nel corso degli anni sono stati rinvenuti fossili di animali estinti e diversi altri reperti preistorici. Nell’area della Palude del Capitano, grazie a profondamenti di piccoli anfratti e canali sotterranei ricoperti dalle acque, si è sviluppata una fitta vegetazione di specie anche rare, nella quale trovano riparo parecchie specie di animali migratori.
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