Si tratta di un tipico modo di cucinare la carne, in particolar modo la selvaggina, utilizzato in Valle d'Aosta e il Piemonte. Sicuramente si tratta di una ricetta di derivazione francese, già presente sulle tavole dei nobili a partire dal medioevo anche se al tempo si faceva abbondante uso di cipolla e mollica di pane. Nel nostro articolo vi proponiamo la ricetta del camoscio al civet, ma questo tipo di preparazione va bene per il cinghiale, per il coniglio oppue per la lepre.
- 2 KG di camoscio tagliato a piccoli pezzi
- bacche di ginepro
- 2/3 foglie di lauro
- 2/3 foglie di salvia
1 carota tagliata da dadini
1 gamba di sedano tagliata a tocchetti
1 rametto di rosmarino
- 2/3 chiodi di garofano
- 1 cipolla
- 1 litro e 1/2 di vino rosso
- sale e pepe q.b.
Ponete il camoscio in un tegame piuttosto capiente e lasciatelo macerare per almeno tre giorni con il ginepro, la salvia, il rosmarino, la carota, la cipolla, il sedano, i chiodi di garofano, sale e pepe, ricoprendo il tutto con un litro e mezzo di vino rosso. Passati i ttre giorni, scolate il camoscio, asciugatelo, infarinatelo e fatelo rosolare per qualche minuto in una pentola con olio di oliva, poi ricopritelo con il vino e le verdure con il quale è stato fatto macerare, lasciar cuocere a fiamma bassa per almeno due ore, all'occorrenza aggiungere un po di brodo. a cottura ultimata estraete le verdure e frullatele in modo da ottenere una crema vellutata. Servite il camoscio con polenta o patate bollite.