Patagonia e Terra del Fuoco
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Introduzione

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Argentina Argentina Guilia Bonanni

La stagione migliore per esplorare la Patagonia è l’estate, con temperature che raggiungono i 25 gradi, a meno che il viaggio non sia dedicato allo sci. I mesi più piovosi sono maggio e giugno.
I mesi più caldi, vale a dire da novembre a marzo, sono i più adatti per percorrere la RN 40.
Da giugno fino a metà dicembre è possibile avvistare le balene australi, che emigrano verso la Peninsula di Valdés, tenendo presente che luglio e agosto sono i mesi che registrano maggiori presenze (quelli per intendersi in cui è possibile vedere balene anche da terra (“direttamente dal letto dell’albergo, ma solo aprendo le tende”, come dicono scherzando, ma non troppo, le guide di Puerto Madryn), per poi diminuire gradualmente, fino a dicembre, in cui è necessario essere un po’ fortunati per vederne una o due.
Da metà settembre fino all’inizio di marzo è il periodo migliore per osservare la fauna costiera, tra cui leoni marini e pinguini
A metà novembre la primavera regala una ricca fioritura che, nel sud, riesce ad arrivare fin nella Terra del Fuoco. Le ginestre, in particolare, colorano di giallo siepi, scarpate e sottoboschi.

Perché la Patagonia, perché la Terra del Fuoco

  • Forse perché, a differenza dei luoghi a cui siamo abituati, la regione più meridionale del Sud America è caratterizzata da spazi infiniti, territori selvaggi e silenzi.
  • Per le due lunghissime strade che la percorrono per 5000 Km: la Ruta Nacional 40 con a fianco le Ande e la Ruta Nacional 3, lungo la costa orientale.
  • Per vedere e sentire avanzare il grande ghiacciaio Perito Moreno, nella sua continua lotta con le acque del Lago argentino.
  • Per arrivare alla fine del mondo e avvertire l’emozione dei grandi navigatori alle prese con la confluenza tra due Oceani.
  • Per trovarsi tra pinguini, foche, leoni marini, delfini e balene nel loro habitat naturale e riempirsi gli occhi dello spettacolare volo degli uccelli che vivono o attraversano queste regioni così lontane da noi.
  • Per il piacere di ritrovare le tracce e l’eredità dei tanti italiani che nel tempo hanno contribuito a creare l’attuale nazione Argentina.
  • Per non dimenticare gli antichi abitanti, quasi interamente eliminati perché si voleva una Patagonia bianca, ispanica e cattolica.

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