L'abbazia si presenta al visitatore come un luogo ameno e senza tempo, immerso nel silenzio e ella quiete delle risaie vercellesi. Risaie che durante la primavera si trasformano in una sorta di mare a quadretti ove si riflettono le mille sfumature dei colori del cielo e dove si possono ammirare i tipici uccelli degli ambienti umidi come la niticora, la gazzetta, l'airone cenerino, l'airone bianco e l'ibis sacro. Varcato il portone d'ingresso che si apre sulle mura che circondano e proteggono la struttura si entra nel cure del grande complesso abbaziale fondato nel XII secolo da alcuni monaci cistercensi provenienti dal monastero di La Ferté sito in Borgogna su terreni incolti e paludosi donati loro dal Marchese Rainieri I del Monferrato, terreni sui quali venne introdotta per la prima volta in italia la coltivazione del riso. Tra il XII e il XIV secolo l'importanza e l'estensione territoriale dell'abbazia crebbe fino a raggiungere l'area del Monferrato e del Canavese, divenendo motivo di sconto tradiverse nobili casate del Nord Italia che volevano assicurarsene il dominio tra queste spiccano i Gonzaga e i Savoia.
Oggi l'abbazia si presenta come una moderna ed organizzata azienda agricola ove è possibile acquistare prodotti agricoli biologici che annovera a se i resti del suo antico e glorioso passato. Di particolare pregio l'antico campanile in stile gotico lombardo a pianta ottagonale, dalla sommità del quale si gode di una bella vista sulla campagna circostante, il chiostro, la splendida sala dei conversi e la sala capitolare risalente al XIII secolo, ove si trova la famosa colonna che piange.
Secondo la leggenda infatti nel 1684 venne evocata una presenza malvagia in un cimitero posto nei pressi dell'abbazia, il demone però sfuggito dal controllo di coloro che lo avevano evocato iniziò a vagare per le campagne circostanti fino a raggiungere le menti dei monaci che risiedevano a Lucedio. Offuscati dal maligno i monaci iniziarono un lungo periodi di soprusi e di comportamenti lontano dagli insegnamenti della chiesa, da quel momento a causa degli orrori di cui fu testimone inerte la colonna cominciò a piangere. Sempre secondo la leggenda nel 1784 la chiesa di Roma mandò a Lucedio un esorcista che sconfisse il demone e lo rinchiuse in un sigillo che poi nascose nella cripta dell'abbazia e a sua protezione vi mise le mummie dei monaci. Per rafforzare le difese contro il demone venne poi scritto "la spartito del Diavolo" che secondo i racconti popolari avrebbe proprietà magiche ed esoteriche. Se viene suonato in un senso rafforza il sigillo di protezione nell'altro invece libererebbe il demone.