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Villa Sciarra

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Villa Sciarra Villa Sciarra

Villa Sciarra, una delle più gradevoli ville di Roma, si estende su una superficie di 7.500 m2 alle pendici del Gianicolo, nel quartiere Trastevere, su un’area occupata nei tempi antichi da orti e giardini.

Fu acquistata nel 1575 dal Monsignor Innocenzo Malvasia, che vi fece costruire il Casino Malvasia, che ora fa parte della proprietà dell’Accademia Americana.

Trasformata in villa urbana grazie alla costruzione delle Mura Gianicolensi, volute da papa Urbano VIII, ed edificate tra il 1642 e il 1644, fu donata al cardinale Antonio Barberini, proprietario del casino Malvasia, per poi passare al Cardinale Pietro Ottoboni nel 1710. Questi iniziò un’opera di valorizzazione, creando tre nuovi giardini, introducendo piante rare ed esotiche e annettendo terreni limitrofi che coltivò, realizzando una vera e propria azienda agricola, fino al 1740, anno della sua morte.

I proprietari successivi, gli Sciarra, continuarono l’opera di valorizzazione della Villa, con l’acquisto del vicino Orto Crescenzi e la realizzazione di costruzioni di servizio.

Nel 1849, all’epoca della Repubblica Romana, il Casino Barberini e il Casino Malvasia furono gravemente danneggiati durante gli scontri tra i soldati dell’esercito francese e le truppe italiane, guidate da Giuseppe Garibaldi. I Barberini restaurarono il Casino, ma l’intera proprietà fu persa da Maffeo II Sciarra a seguito di speculazioni sbagliate. Il terreno fu così lottizzato e venduto come area edificabile.

La villa e il poco verde che le restava intorno furono, dopo varie vicende, acquistati nel 1902 dall’americano Giorgio Wurts e da sua moglie Henrietta Tower, ricca ereditiera di Filadelfia. Per loro iniziativa la proprietà acquisì un’impronta decisamente barocca e nel giardino furono sistemate una serie di statue in arenaria provenienti dal Castello Visconti di Brignano d’Adda, in Lombardia. Nel 1906 i coniugi Wurts iniziarono il progetto per la costruzione del Castelletto in stile neogotico, realizzato tra il 1908 e il 1910. Contemporaneamente iniziarono anche i lavori per la costruzione dell’ingresso di Via Calandrelli e di un belvedere a loggiato scoperto, oggi conservato solo in parte.

Nel 1930, alla morte del marito, la signora Wurts donò la villa alla città perchè fosse destinata a parco pubblico.

Oggi Villa Sciarra vanta un bel patrimonio di piante tipiche della flora italiana e mediterranea, 122 specie arboree rare provenienti da Asia e Africa e almeno dieci diversi tipi di palme.

La Villa ospita ancora la ricca collezione delle statue lombarde e una serie di fontane e manufatti originali.

Tra il 2004 e il 2005 sono stati compiute importanti opere di restauro dei giardini, le cui siepi vengono potate secondo l’arte topiaria, cioè in forme di oggetti e animali.

Interessanti, da vedere: la grande Uccelliera in ferro, la Fontana dei Satiri, ornata dal biscione (stemma araldico della famiglia Visconti), la Fontana Belvedere, il Casino Barberini, che ospita l’Istituto Italiano di studi Germanici, l’Esedra Arborea nella quale sono collocate le statue dei dodici mesi dell’anno, le Fontane della Tartaruga, della Lumaca e delle Sfingi, che raffigura i quattro vizi capitali e la Fontana dei Putti. Per finire c’è anche la Montagnola e un tempietto in ferro battuto e stucco. Suggestiva l’area del laghetto con le ninfee.

Orari: Villa Sciarra è aperta dalle 7.00 al tramonto 
Come accedere: da Via Calandrelli - da Via Dandolo - da Via delle Mura Gianicolensi
Come arrivare: autobus n. 44 e 75
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