Il primo a studiare il fenomeno e a cercare di dargli una spiegazione scientifica fu Aristotele nel IV secolo a.C., nei secoli a venire in molti si avvicendarono in spiegazioni più o meno credibili, fu Galileo Galilei ad attribuire al fenomeno il nome di Aurora Boreale pensando che si verificasse solamente al Circolo Polare Artico. In realtà oggi sappiamo che il fenomeno si verifica in entrambi gli emisferi quindi il termine corretto è "Aurore Polari". Fu solamente grazie agli studi sull'atomo, avvenuti agli inizi del 1900, che gli scienziati riuscirono a dare una spiegazione scientifica alle aurore polari. Si tratta infatti di un fenomeno ottico, che si manifesta con una serie di strisce luminose dalle mille gradazioni di colori che mutano dal rosso al verde all’azzurro con molta rapidità, dovuto all’interazione tra particelle espulse dal sole, ricche di protoni ed elettroni, e gli atomi della ionosfera terrestre. All'occhio umano sono visibili solo quelle generate dagli elettroni, mentre quelle generate dai protoni sono visibili solamente con l'ausilio di particolari strumenti. Oggi gli studi sulle aurore boreali si sono talmente evoluti che è possibile fare delle previsioni su dove e quando si manifesteranno, nel sito auroras potrete essere costantemente aggiornati mentre dal sito Visitnorway potrete addirittura scaricarvi la up.
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