Il trasferimento della capitale del ducato dei Savoia da Chambery a Torino, voluto nel 1563 da Emanuele Filiberto a seguito della pace di Cateau Cambrésis (1559), porterà la città a trasformarsi da città romana, ancora racchiusa nel quadrato delle mura, a “città-capitale” di uno stato assoluto.
La realizzazione di una residenza secondo i modelli delle altre capitali europee non fu fra i progetti principali del Duca che diede priorità alla costruzione di una moderna Cittadella prendendo inizialmente dimora nel Palazzo del Vescovo (oggi scomparso) posto nelle vicinanze del Duomo.
Fra il 1564 e il 1572 diede comunque l’avvio ad un nuovo palazzo: sarà il figlio Carlo Emanuele I ad affidarne la costruzione, nel 1584, all’orvietano Ascanio Vitozzi: il Palacio Novo prenderà forma sul sito dell’attuale Palazzo a partire dal 1586, diventando la residenza ufficiale dei Savoia fino al 1865.
Fu più volte ampliato e ristrutturato da una serie ininterrotta di interventi a cui presero parte i maggiori architetti ed artisti attivi a Torino tra Settecento e Ottocento. Oggi il palazzo sipresenta ai turisti come un edificio piuttosto austero con una facciata lunga 107 metri racchiusa entro la famosa cancellata del Palagi.
Il percoro di vista inizia dall'atrio da cui si accede al piano nobile attraverso lo scalone d'onore.
E al primo piano nobile si trovano le sale di rappresentanza riccamente decorate con soffitti intagliati, stucchi, dorature e affreschi.
Tra gli ambienti più ricchi di fascino: il grandioso Salone degli Svizzeri, rimodernato su disegno di Pelagio Palagi (1835-40), la Sala del Trono, la Sala del Caffé, la Camera dell'Alcova di Carlo Emanuele II, l'ottocentesca Sala da Ballo, uno degli ambienti più sfarzosi del palazzo e infine la magnifica Scala delle Forbici di Filippo Juvarra (1720).
La scala porta al secondo piano nobile, agli appartamenti nuziali dei Principi di Piemonte e dei Duchi d'Aosta: 30 camere, sgombrate e sigillate nel 1946, alla caduta della monarchia, e riaperte al pubblico nel 2007.
L'attuale percorso di visita prevede l'ingresso dell'Armeria Reale.
http://www.ilpalazzorealeditorino.it/
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