Erto e Casso due piccoli borghi, che formano un unico comune, posti nella sfortunata valle del Vajont nell'alta Valcellina. Erto, per la sua architettura di montagna, così semplice e al contempo straordinaria, nel 1976 è stato dichiarato “monumento nazionale”. Nonostante i tratti che li contraddistinguono i due paesi sono accomunati da una forte tradizione religiosa che sfocia in rievocazioni e feste, la più famosa, che attira ogni anno migliaia di visitatori è il “Veindre Seint”. Dalla metà del 1600, ogni anno il Venerdì Santo, si svolge a Erto una rappresentazione, in abiti romani, della passione e morte di Cristo. Secondo la tradizione popolare la rievocazione ha origine da un voto fatto dagli Ertani per essere risparmiati dalla tremenda epidemia di peste, che si diffuse nella Valle del Piave nel 1631. Erto, forse grazie alla sua posizione isolata, venne risparmiata dall'epidemia, così da allora ogni anno in segno di ringraziamento si svolge la rievocazione. Location della rappresentazione è un piccolo anfiteatro naturale, al centro del quale sorge la chiesetta di San Rocco. E' il rullo dei tamburi, “Tamburins”, a precedere fin dal pomeriggio, con la processione sacra, la Passione di Cristo. Durante la processione pomeridiana, il più anziano del villaggio, reggendo un’asta sormontata da un gallo di legno, precede una persona la cui identità rimane ignota. L'ignoto, vestito con un saio bianco con cappuccio e scalzo porta sulle spalle il Crocifisso del Brustolon. La rappresentazione partendo dalle strette vie del centro abitato si snoda verso la chiesa di San Rocco, dove avviene la rappresentazione della passione. Sono oltre cinquanta gli attori, denominati “Cagnudei” o Giudei, che partecipano alla rappresentazione. Dopo un sommario processo Gesù sale al Calvario mentre legionari con torce scortano Caifa con i Sacerdoti, gli anziani e Pilato. Durante il tragitto la plebe continua a insultare Gesù. Giunti ad uno spiazzo sul colle avviene la crocifissione.
La Passione rappresenta l'occasione per la visita ai due borghi che assieme ad altri quattro costituiscono il territorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, dove è stato progettato il sentiero interattivo "Erto e i Luoghi del Vajont", vera e propria guida sempre a disposizione del turista, lungo i punti che dalla diga del Vajont si snodano fino a raggiungere l’abitato di Erto. L'intero territorio offre poi affascinanti escursioni in una natura incontaminata all'avvistamento di marmotte, tassi, camosci, caprioli, aquile, cervi e anche qualche esemplare di stambecco.
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