Nominata capitale italiana della cultura per l’anno 2016, l’antica città di Mantova è posta nella piana lombarda, incuneata nella profonda ansa creata dal fiume Mincio e dai tre laghi da esso formati. Una città dal grande passato, la cui storia è stata per secoli indissolubilmente legata a quella della famiglia Gonzaga, che le ha lasciato un'immensa eredità artistica e culturale.
La visita alla città non può che cominciare dal suo cuore pulsante, centro della vita sociale e politica cittadina. La piazza, solenne e suggestiva nelle sue dimensioni, costituì già in epoca medioevale il fulcro attorno al quale si svolgeva la vita quotidiana e, qui sorsero gli edifici più rappresentativi come il Duomo, il Palazzo Ducale, il Palazzo Vescovile e Palazzo Castiglioni.
Un immenso e spettacolare agglomerato del quale fanno parte ben tre palazzi per un totale di oltre 500 stanze, corridoi di collegamento, corti, giardini, piazze interne e chiese, talmente esteso da essere stato definito la “una città in forma di palazzo”. Da sempre simbolo del potere cittadino, il primo nucleo del palazzo venne costruito intorno al 1300 dalla famiglia Bonacolosi. Dopo la loro cacciata, avvenuta nel 1328, nel palazzo si stabilì la famiglia Gonzaga che vi rimase per ben 4 secoli, ampliandolo e arricchendolo nel tempo di arredi preziosi, quadri, arazzi e soprammobili. Dell’intero patrimonio artistico è però rimasto ben poco in quanto i Duchi versando ad un certo punto in gravi ristrettezze economiche alienarono parte del patrimonio a Carlo I d’Inghilterra, furono in seguito gli austriaci e Napoleone a spogliare il palazzo delle opere d’arte rimaste. Caduto per un lungo periodo in uno stato di degrado e abbandono con i grandi restauri avvenuti all’inizio del XX secolo tornò agli antichi splendori, dopo i restauri si cercò inoltre di riportarvi molti degli arredi e delle opere d’arte appartenute ai Gonzaga dislocate in altre residenze di famiglia.
La parte più antica del palazzo si affaccia su Piazza Sordello con la sua caratteristica merlatura e le sue 6 bifore gotiche. Da un atrio si accede invece al Palazzo del Capitano ed attraverso lo stupendo Scalone delle Dame si giunge al piano nobile ove spiccano il corridoio del Passerino e l’appartamento della Guastalla che fu la dimora di Anna Isabella Gonzaga di Guastalla, ultima duchessa di Mantova. Dal palazzo del Capitano si accede poi alla sala del Pisanello dove è possibile ammirare uno stupendo ciclo di affreschi opera del grande artista. Oltrepassata la corte vecchia si giunge alla Galleria Nova e all’appartamento degli Arazzi, antica dimora del duca Guglielmo Gonzaga, appartenne invece a Beatrice d’Este l’appartamento dell’Imperatrice.
Di grande effetto l’appartamento Grande ove si tenevano le feste ed i banchetti più importanti organizzati dalla famiglia. Nel Castello di San Giorgio troviamo invece la celeberrima Camera degli Sposi dipinta dal Mantegna.
La visita del Palazzo è libera mentre la visita alla famosissima Camera degli Sposi è contingentata si consiglia quindi la prenotazione
Costruita nel 1473 dal Luca Fancelli su richiesta del marchese Ludovico, la torre, di forma rettangolare, espone sulla facciata un orologio astronomico di particolare bellezza e complessità, tutt’ora funzionante. L’orologio progettato dal matematico e astrologo Bartolomeo Manfredi indica i mesi, le ore e la posizione degli astri. La salita alla torre è abbastanza agevole e particolarmente consigliata per il panorama che si gode dalla sua sommità. Durante la visita si possono ammirare gli ingranaggi e alcuni dei pezzi che sono stati nel tempo sostituiti come la quattrocentesca lancetta, i segni zodiacali in rame sbalzato ecc.
Uno degli edifici religiosi più antichi della città del quale non si conosce esattamente l’origine, ma si sa per certo che era già presente nel XI secolo, di quell’epoca rimane oggi solamente il campanile. Dedicata a San Pietro apostolo, nel corso dei secoli subì numerosi ampliamenti e trasformazioni, tra i più significativi quello avvenuto nel 1545 in seguito ad un incendio che costrinse ad un totale rifacimento della parte interna. Tra il 1756 e il 1761 fu rifatta l'intera facciata su volere di Francesco I Gonzaga, il progetto venne affidato a Jacobello e Pierpaolo delle Masegne. L’interno si presenta austero e al contempo solenne con ben cinque navate divise da colonne corinzie. Nella navata sinistra un corridoio porta al Santuario dell’Incoronata costruito nel 1480 su volere di Ludovico II Gonzaga.
L’edificio venne fatto costruire su volere di Matilde di Canossa alla fine dell’XI secolo sul modello del tempio del Santo Sepolcro di Gerusalemme. A partire dal XVI secolo la Rotonda venne inglobata nel ghetto ebraico e parzialmente demolita, solamente agli inizi del XX secolo, con l’abbattimento del ghetto, l’edificio tornò alla luce. Dopo lunghi ed attenti restauri la chiesa tornò al suo antico splendore e nel 1926 venne riutilizzata per lo svolgimento dei culti cristiani. Molto bello il matroneo, che si erge al di sopra del grande spazio circolare, con affreschi databili tra XI e il XII secolo. Da notare la sua posizione di circa 150 cm sotto il livello stradale, questo fa presupporre che l’edificio venne costruito sui resti di un antico tempio romano, come suggeriscono anche alcuni particolari costruttivi.
Commissionata da Ludovico III Gonzaga, la costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1472 su disegno di Leon Battista Alberti nel luogo ove sorgeva una chiesa di origini medioevali. Considerata uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale ha dignità di Basilica Minore. Nella sua cripta sono conservati due reliquiari che secondo la tradizione contengono terra intrisa del sangue di Cristo, portata fino a noi dal soldato romano Longino. Tutti gli anni durante il Venerdì Santo la reliquia viene portata in processione per le vie cittadine. L’interno dall’aspetto solenne è a unica navata e su di ogni lato si aprono 3 cappelle di forma quadrata, nella prima di sinistra si trova la tomba di Andrea Mantegna.
Posto nel chiostro maggiore del monastero di gotico di Sant’Agnese, a poche decine di metri dal Palazzo Ducale e dalla Cattedrale, il museo è stato inaugurato nel 1983 ed annovera a se diverse tipologie di reperti appartenenti a varie epoche. Di particolare importanza è la collezione di armature tardo gotiche, considerata a livello mondiale la più completa per numero e tipologia di armature esposte. Amplissima la collezione di smalti di Limonges come pure la collezione di oreficerie appartenenti ai Gonzaga. Tra gli oggetti esposti troviamo anche di tele di epoca rinascimentale e il tesoro della cattedrale in cui spiccano i reliquari.
Considerata uno dei massimi esempi architettonici del manierismo italiano, il Palazzo del The venne edificato su volere di Federico II Gonzaga tra il 1525 e il 1526 su progetto di Giulio Romano, anche se le decorazioni interne si conclusero circa un decennio più tardi. La villa sorse come luogo di svago della famiglia su una delle isole formate dal Mincio al tempo denominata Tejeto. Negli anni venne utilizzata dalla per feste, ricevimenti e per accogliere ospiti illustri come avvenne in occasione delle visite di Carlo V ed Enrico III re di Francia. Quattro sono i corpi che compongono il palazzo e che si sviluppano intorno ad un cortile centrale. L’ingresso principale venne concepito rispettando i canoni dell’ antico atrium della domus romana. Tra le numerose sale spiccano la Sala della Prische e la Sala dei Giganti. Attraversando il giardino si raggiunge l’Appartamento della Grotta anticamente ornato di conchiglie, affreschi e giochi d’acqua.
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