Arrivando al Belvedere ed al Borgo che lo circonda la prima sensazione è quella di abbandono e degrado, sensazione molto spiacevole vista la bellezza del sito e della sua importanza storica. Il Borgo Reale nasce da un avveniristico sogno di re Ferdinando di dar vita ad una città ideale dove risiedesse una comunità autonoma, retta dal lavoro, governata da leggi speciali, in un luogo che doveva essere un esempio di architettura residenziale: Fernandopoli. Il sito progettato nel 1778 dall’architetto Francesco Collecini è stato dichiarato nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Cuore produttivo del luogo è il setificio, nel quale lavoravano giovani del luogo, i primi vennero mandati in Francia per imparare l’arte della tessitura, ad essi ben presto si aggiunsero tessitori provenienti dal Piemonte, da Genova e da Messina attratti dai molteplici benefici di cui godevano i lavoratori delle seterie. Perfettamente restaurato ora l’antico setificio ospita macchinari d’epoca e telai in legno controllati da schede in cartone perforato, tecnica assolutamente all’avanguardia per l’epoca. Il setificio divenne ben presto un fiore all’occhiello del Regno, producendo sete di ottima qualità, esso rimase sotto il controllo dei Borbone fino all’unità d’Italia quando venne ceduto a privati. Il moderno stabilimento è tutt’ora visitabile su prenotazione da qui escono preziose sete alcune delle quali utilizzate alla Casa Bianca, in Vaticano ed al Quirinale. Intorno al setificio, secondo una geometrica simmetria, vennero fatti costruire alloggi per gli operai, una scuola che, prima in Italia, era obbligatoria sia per i maschi che per le femmine, nella quale venivano insegnate anche materie professionali, una chiesa e vari edifici pubblici. Intorno agli edifici vi erano giardini, orti, vigneti e uliveti per il sostentamento della comunità. Si entra nel borgo attraverso una cancellata in ferro battuto sormontato da un arco con lo stemma reale. Superato il borgo con ben 37 unità abitative, una scalitata, affiancata da giardini porta al Palazzo del Belvedere. La bella scalinata a doppia rampa, che racchiude le scuderie, è stata con il tempo imbrattata da scritte di vandali mentre le scuderie versano in stato di abbandono. La scalinata termna al piazzale del Belvedere da quale si domina la città e l’intero borgo. Il palazzo con gli appartamenti reali venne ricavato da una casina di caccia che Ferdinando IV ereditò dal padre Carlo III. Di particolare rilevanza sono gli spazi dedicati alla nobiltà con volte affrescate e pareti a pannelli mobili, il bagno della regina affrescato da Philipp Hackert e la cappella reale consacrata nel 1776, e ricavata dall’antico salone delle feste. Costeggiando l’edificio si arriva alla Filanda e alla Cuculliera dove venivano allevati i bacchi da seta.
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