Uno dei piatti che maggiormente rappresenta Milano, al punto che con delibera della giunta comunale il 14-12-2007 gli è stato concesso il riconoscimento De.Co (Denominazione Comunale), ad indicare il legame tra il piatto ed il suo territorio. La ricetta madre, di origini molto antiche, come molte altre ricette lombarde prevede l'utilizzo di carne di vitello anzichè di manzo e non prevede l'utilizzo del pomodoro, il cui uso si diffuse in Lombardia solamente nell'ottocento.
4 tranci di stinco di vitello spessi circa 4 cm
Farina bianca
50 g. di burro
1/4 di cipolla tritata
Un mestolo di brodo
Sale q.b
per la gremolada
Buccia di un limone grattugiata
Mezzo spicchio di aglio (non indispensabile)
Un'acciuga diliscata
Una manciata di foglie di prezzemolo tritate
In un tegame piuttosto largo sciogliere il burro ed imbiondirvi la cipolla finemente tritata, infarinare gli ossobuchi e rosolarli da entrambi i lati. Versare il brodo, coprire la pentola, mettere il gas al minimo e far cuocere per circa mezz'ora o comunque fino a quando gli ossobuchi non avranno un aspetto glassato. Qualche minuto prima si spegnere aggiungere la gremolada cioè un trito con la buccia di limone, il prezzemolo, l'acciuga e volendo l'aglio. Generalmente l'ssobuco viene sevito con il risotto alla milanese e un vino rosso corposo.