A Cantù, piccola cittadina della Brianza posta in provincia di Como, a partire dal lontano 1500 si è sviluppata, e via via perfezionata, l'arte del tombolo e fusello per pizzi e merletti. Ai nostri giorni quest'arte si è talmente perfezionata e radicata nel territorio da essere stata candidata per essere inserita nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco. La prima ad introdurre e diffondere l'arte nel territorio fu suor Agnese di Borgogna, una monaca benedettina del monastero cluniacense di Santa Maria di Cantù. Inizialmente utilizzati per impreziosire abiti, paramenti sacri e altari, ben presto pizzi e merletti si diffusero nell'abbigliamento laico e nell'arredo di abitazioni nobiliari. Il pizzo di Cantù è un merletto realizzato tramite l'intreccio di fili, in genere cotone, lino e seta, che vengono avvolti su fuselli; l'intreccio si crea su una base di appoggio, il tombolo, costituita da un cuscino imbottito di paglia di forma cilindrica, viene appoggiato su un cavalletto e mantenuto inclinato tramite un'assicella di legno. Il prodotto che si realizza viene via via fissato al cuscino per mezzo di spilli, in alcuni passaggi sono d'aiuto un uncinetto e una forbice. Il merletto viene costruito seguendo un sottostante disegno tracciato su un cartoncino forato, lungo i contorni del motivo. La realizzazione del pizzo prevede più figure professionali: la disegnatrice che crea il progetto grafico seguendo procedure tecnico-stilistiche di disegno per merletto definite, la spuntatrice che organizza i fori sul cartone disegnato per la realizzazione esecutiva del merletto, la merlettaia che esegue sul tombolo il merletto. Anticamente veniva definita merlettaia colei che imparava l'arte fin da bambina grazie all'insegnamento di nonne e madri, poi completava la sua formazione in scuole d'arte ed infine praticava l'attività a domicilio o alle dipendenze di laboratori.
Nel Pizzo di Cantù, così chiamato in quanto qui veniva riuita tutta la produzione locale per la vendita, ci sono diverse lavorazioni che permettono di realizzare merletti molto diversi e naturalmente alcune sono più difficili di altre. A grandi linee possiamo riassumerle così:
- Serpentina: è la più semplice e la prima ad essere insegnata ai principianti
- Fiori: in genere margherite, rose, roselline, tulipani, calle affiancate da fogliame
- Mimosa: si tratta di una specie di nastrino affiancato da fori
- Mezzo Punto: nastro dall'effetto traforato della grandezza di circa 1 centimetro
- Punto Venezia: caratterizzato da una serie di riccioli, stelline e bandierine, è solitamente conosciuto con il termine di Cantù Classico. Questo tipo di lavorazone è considerata piuttosto difficile e necessita di parecchia pratica
- Rosalin: costituita da margherite, rose, roselline, tulipani, calle è sicuramente la più pregiata tra le lavorazioni eseguite, richiede però mani abili ed esperte, pazienza, tempo e un filato molto sottile
Purtroppo con l'andare degli anni, vista la fama raggiunta da questi manufatti, si sono via via diffuse imitazioni e produzioni industriali che non hanno nulla a che vedere con la bellezza e la finezza di quelli fatti manualmente dalle donne di Cantù che si tramandano i segreti di generazione in generazione. Oggi accanto a botteghe e laboratori artigiani vi è una diffusa produzione amatoriale e parecchie scuole che tendono a recuperare ed insegnare quest'antica arte utilizzando vecchie cartine.
Tra i laboratori più conosciuti citiamo le manifatture Giorgio Galbiati e la la Cooperativa Produzione Merletti.