L'allevamento del bacco da seta venne introdotto nel Comasco a partire dal 1400 grazie soprattutto alla lungimiranza di Federico il Moro, che intuì le potenzialità di questa coltura obbligando i contadini ha piantare gli alberi di gelso nelle campagne e nei loro giardini, le foglie del gelso erano, e sono tutt'ora, infatti l'unico alimento del bacco da seta Fu proprio in seguito a questa decisione che Ludovico venne successivamente chiamato il Moro in quanto nel dialetto locale il gelso veniva chiamato "murun". Nella stagione primaverile, quasi tutti i contadini della zona si trasformavano in bachicoltori, riuscendo così ad integrare i magri profitti dei lavori nei campi. Era compito delle donne e dei bambini raccogliere le foglie di gelso, sminuzzarle ed in questo modo fornire nutrimento ai bachi da seta. Una volta che il bozzolo era matura, e prima che il baco si trasformasse in farfalla, i bozzolo veniva "svolto" ottenendo un sottilissimo filo che poteva arrivare anche a 1500 metri di lunghezza. Unito ad altri fili e debitamente lavorato, si ottenevano così pregiate pezze di seta, che durante il medioevo fecero a ricchezza di commercianti ed artigiani, elevando Como ad uno dei maggiori centri mondiali per la produzione del pregiato tessuto. Abbandonato l'allevamento dei bachi da seta, oggi il filo grezzo viene importato da Cina e Giappone, la tradizione tessile è tutto'ora molto viva nella zona, Como è infatti considerato uno dei maggiori centri mondiali per la produzione di foular, cravatte, abiti e accessori in seta caratterizzati dall'altissima qualità dei tessuti e dal raffinato design.
A testimonianza dell'enorme importanza che l'allevamento dei bachi da seta, ma soprattutto della tessitura ebbe in questa zona è interessante visitare alcuni musei:
- Il Museo Didattico della Seta di Como che custodisce ed espone macchine, oggetti, documenti, campionari e strumenti di lavoro provenienti dalle lavorazioni tessili.
- Il Museo Studio del Tessuto di Como (Fondazione Antonio Ratti) che rappresenta l'atto finale di un lavoro di anni nella ricerca, raccolta, catalogazione a fini professionali di tessili antichi.
- Il Centro di Gelsibachicoltura di Cassina: centro di bachicoltura sperimentale affidato dal 1995 alla Cooperativa Sociolario che si occupa d’integrazione sociale
- Il Civico Museo Setificio Monti: nell'antico setificio Monti ora sorge un museo dell'arte della tessitura, una biblioteca e laboratori per i ragazzi