L’antico abitato aveva una pianta di forma rettangolare con due strade principali che l’attraversavano incrociandosi perpendicolarmente: il cardo, che congiunge la Porta Aurea con la Porta della Giustizia e il decumano che congiunge la porta della Sirena con la porta della Marina. Dopo la fine degli ultimi sono stati piantati cipressi, pini marittimi, oleandri, e cespi di rose che fioriscono in primavera ed in autunno .
Interrotte in corrispondenza delle 4 porte principali, le mura si estendono per una lunghezza di 4,5 chilometri, lungo i quali si aprono altre 47 porte minori. Costruite dai sibariti a doppia cortina con grandi blocchi squadrati vennero in seguito rafforzate dai lucani. Anticamente le mura disponevano di ben 28 torri a pianta quadrata e circolare andate quasi tutte distrutte.
Era la via sulla quale si svolgevano le processioni religiose, tracciata già in epoca greca, venne lastricata in epoca romana con grossi blocchi di calcare e marciapiedi sopraelevati. La via con una larghezza di circa 9 metri venne riportata alla luce con gli scavi del 1907.
Eretto poco dopo la metà del VI a.C., rappresenta il tempio più antico di Paestum. Il ritrovamento al suo interno di statuette raffiguranti una dea nutrice aveva in un primo tempo fatto pensare fosse dedicato a Demetra, solo in seguito al rinvenimento di una stipe votiva ha permesso di stabilire che in realtà il tempio fosse dedicato ad Hera. Il tempio, in stile dorico, conserva quasi intatte le 9 colonne del fronte, il colonnato interno ed alcuni elementi lapidei mentre sono andati persi i muri della cella. Davanti al tempio era posto un grande altare con accanto un pozzo sacrificale ove venivano gettati i resti dei sacrifici.
Perfettamente allineato alla basilica il tempio è stato attribuito al dio Nettuno da studiosi del ‘700 anche se recenti studi portano a pensare che in realtà il tempio fosse dedicato ad Apollo. Si tratta del più grande e del meglio conservato tempio di tutta l’area archeologica. Considerato uno degli esempi meglio riusciti di architettura Dorica in Italia ed in Grecia, il tempio è posto su di un basamento sopraelevato da tre gradini, sul quale poggiano le 6 colonne frontali e 14 colonne dei lati lunghi. L’edificio costruito in travertino locale ha con il passare del tempo assunto una patina dorata che assume varie tonalità cromatiche a seconda dell’altezza del sole. Le 6 colonne di facciata sorreggono un poderoso architrave decorato, mentre l’interno è a tre navate scandite da un doppio ordine di colonne doriche.
Piazza di forma rettangolare, con una lunghezza di 150 metri ed una larghezza di 57 metri. Il foro si colloca dove precedentemente sorgeva l’agorà della città greca. Il foro era il luogo cittadino dedicato alle transazioni commerciali e alle votazioni. Ai lati della piazza si affacciavano edifici pubblici, religiosi ma anche botteghe artigiane. Tre lati della piazza erano ornati da un portico sopraelevato rispetto al livello della piazza.
Costruito tra il I e il II secolo a.C. in un’area occupata da una piscina, l’anfiteatro è stato solo parzialmente portato alla luce in quanto la restante parte è sepolta sotto la strada moderna.
Posto a nord del Foro e dell’Anfiteatro, questo luogo circolare appartenente al V secolo a.C., venne parzialmente cancellato in epoca romana. In quest’area sorge però uno dei monumenti più interessanti ed enigmatici dell’antica città greca il “Sacello Ipogeo”. Si tratta di un locale lungo 4,40 metri largo 3,30 e altro 2,25 costruito con blocchi calcarei ed una copertura a doppio spiovente di lastre ricoperte in tegole d’argilla. Nel locale vennero ritrovati 5 spiedi di ferro avvolti in una coperta di lana ornata da una rete in cuoio, due anfore di bronzo colme di miele e un’anfora attica a figure nere. Il luogo, probabilmente dedicato al culto della divinità Hera, mantenne il suo carattere sacro anche in epoca romana.
Edificato intorno alla fine del VI secolo a.C. il tempio venne dedicato alla dea Athena, come dimostrano alcune statuette, testine della dea ed un frammento di vaso con il suo nome ritrovati all’interno del tempio. Il tempio, terzo per grandezza dell’intera area, si contraddistingue dagli altri due per vari elementi caratteristici come il frontone alto e il fregio dorico composto da larghi blocchi di calcare. La pianta interna, che misura 32,88x14,54 metri, è molto più semplice rispetto agli altri. Recenti scavi hanno portato alla luce, nella zona antistante la facciata, di una zona dedicata ai sacrifici, resti di edifici greci molto più antichi del tempio stesso e il capitello di una colonna dorica votiva.
Il museo conserva reperti provenienti dagli scavi di Paestum, dalle necropoli e dal santuario di Hera Argiva rappresentando una tappa fondamentale per la conoscenza dell’arte della Magna Greca. L’edificio che ospita il museo venne costruito nel 1952 all’interno della città antica. Inizialmente dotato di un’unica sala con forme che riproducevano il Thesauros del Santuario di Hera venne successivamente ampliato con l’aggiunta di sale intorno al giardino interno. Il museo è articolato in modo da spiegare e documentare l’evoluzione della città stessa, ma anche la trasformazione della vita sociale, politica e religiosa. Non mancano documentazioni volte a spiegare la trasformazione della vita quotidiana, dell’arte e dell’artigianato. Il museo è articolato in varie sezioni:
- Romana
- Sculture del Santuario di Hera al Sele
- La Tomba del Tuffatore
- Le tombe dipinte del IV secolo a.C.
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