Levanzo non dispone di tesori architettonici o artistici l'unica sua ricchezza sono la natura ed il mare, nonostante sia stata abitata da milioni di anni come dimostrano le scritture rupestri rinvenute in alcune grotte prima fra tutte quella chiamata del Genovese.
In quest'isola senza tempo e senza stress non mancano comunque le cose da fare come lunghe passeggiato all'interno dell'isola alla scoperta della sua natura incontaminata con le numerose specie vegetali ed animali che la popolano oppure raggiungere i ruderi della Torre Saracena rilassarsi al sole in una della numerose calette oppure rinfrescarsi nelle sue splendute acque color turchese. Tra le spiagge più nte dell'isola citiamo:
- Cala del Faraglione: raggiungibile anche via terra grazie ad un comodo percorso
- Cala Tramontana: molto aperta ai venti è la più ampia dell'isola, è raggiungibile sia via mare che via terra tramite un sentiero pedonale. La spiaggia è prevalentemente di ciottoli.
- Cala Calcara: raggiungibile sia via mare che via terra da un piccolo sentiero. Questa insenatura garantisce una discreta privacy
- Il Buco: piccola caletta caratterizzata da un ponte sospeso. Molto frequentata in alta stagione per la presenza di comodi scogli levigati da mare sui quali è possibile sdraiarsi e accedere al mare.
- Cala Minnola: piuttosto piccola ma molto riparata dai venti dispone di uno scivolo in cemento per accedere comodamente al mare
- Spiaggia del faro posta all'estrema punta dell'isola, la spiaggia è si trova proprio al di sotto dell'imponente faro. E' costituita da ciottoli.
La grotta venne scoperta nel 1949 da Francesca Millono una pittrice di origini fiorentine in vacanza sull'isola. La grotta, di origine carsica, è composta da una camera di ingresso piuttosto ampia denominata "antegrotta" collegata da uno stretto e basso cunicolo alla "retrogrotta" ed è proprio qui che si trovano trentatrè figure incise e un centinaio di figure dipinte. Le immagini e le incisioni raffigurano animali di grossa taglia, figure umane, tonni e delfini, le incisioni possono essere databili alla metà del paleolitico superiore, mentre le pitture alla fine del neolitico. La grotta con le sue immagini è considerata uno dei più importanti e significativi ritrovamenti dell'epoca neolitica esistenti in Italia.
La grotta è visitabile previa prenotazione tramite gita in baca oppure se le condizioni del mare non lo consentono tramite fuoristrada. La durata dell'escursione è di circa due ore.
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