“Per chi non è stato a Roma dirò che dalla Porta San Giovanni in Laterano, guardando a scirocco, si scorge dopo quattordici miglia di una pianura leggermente ondulata, ove non sorge un albero ma solo sepolcri e infranti acquedotti, si scorge, dico, nel vapore de’ giorni sereni, una linea di monti azzurri di grandiose forme che, partendo dalla Sabina, si vengono alzando con variati e graziosi contorni sino ad una punta più elevata di tutte, detta Monte Cavi. Da questa s’abbassa di nuovo la catena, e con un declivio moderato ed una lunghissima linea, scende alla pianura e vi si perde a non gran distanza dal mare.” Massimo d’Azeglio (da “I miei Ricordi”, ed. BUR 1966, cap 19, pag 236).
Non solo è bella ed evocativa, ma questa descrizione di Massimo d’Azeglio è anche molto fedele ed ancora attuale. Nonostante i chilometri di brutta periferia che si sono andati nel tempo a frapporre tra il centro di Roma e i Castelli, infatti, nelle belle e luminose giornate romane, chiunque può rivivere l’emozione dello stesso d’Azeglio, guardando in direzione sud est, e seguire il suggestivo profilo dei Colli Albani.
I Castelli Romani, resti di un grandioso edificio vulcanico, con il loro clima fresco, i bei laghi, l’abbondanza di ottima acqua sorgiva e i campi fertili divennero presto un’ambita meta di villeggiatura di papi e nobili famiglie romane, come ancora oggi testimoniano splendidi dimore come Villa Aldobrandini di Frascati e Palazzo Chigi ad Ariccia.
A pochi Km da Roma, i Castelli si prestano sia a gite da fare nell’arco di una giornata, sia a percorsi di più giorni, favoriti dalle breve distanze e dall’interessante patrimonio storico, artistico e culturale che li contraddistingue.
I Castelli Romani, una delle più classiche e tradizionali gite fuori porta, si prestano anche a tour enogastronomici alla scoperta dell’ottima cucina romana e laziale.
Se è vero il detto che “tutte le strade portano a Roma”, sembra che da Roma fossero molte e molto frequentate tutte le strade che conducevano ai “Castelli”.
La denominazione “Castelli Romani” risale al XIV secolo, periodo di grandi difficoltà politiche ed economiche per gli abitanti di Roma. Tra il 1309 e il 1377, infatti, il papato fu trasferito ad Avignone e molte famiglie cercarono di sfuggire ai disordini e all’insicurezza che regnavano in città chiedendo asilo nei castelli posti sui Colli Albani, che appartenevano alle famiglie feudali romane, come i Savelli, gli Annibaldi, gli Orsini e i Colonna.
Fin dal 1200, infatti, i monaci cistercensi dell’Abbazia di Sant’Anastasio alla Tre Fontane a Roma avevano eletto l’antico convento di Santa Maria ad Nives nei pressi di Rocca di Papa loro luogo di villeggiatura per l’aria salubre che vi si respirava. Anche il Papa ed i nobili romani, testimoniando lo stesso amore per il bel clima dei Colli Albani, vi erano andati edificando i loro castelli, la maggior parte dei quali evolveranno, nel corso dei secoli, in splendide ville e residenze.
La piacevolissima zona dei castelli romani è un’area di natura vulcanica, che deve il suo aspetto attuale al crollo del grande Vulcano Laziale, avvenuto alcune centinaia di migliaia di anni fa. In quell’occasione, il collasso della bocca principale del vulcano diede origine ad una serie di bocche secondarie, la più importante delle quali è l’attuale Monte Cavo, alto 949 m., mentre le altre divennero laghi, molti dei quali si sono prosciugati nel tempo. I due laghi superstiti, il lago di Albano e quello di Nemi, sono, quindi, laghi vulcanici che si sono formati dall’incontro tra il magma e l’acqua presente nel sottosuolo, tra i 100.000 e i 20.000 anni fa e rappresentano la principale risorsa idrica del territorio. Tutta la zona è ricca di sorgenti che assicurano una fornitura d’acqua di ottima qualità a tutti i Comuni del comprensorio.
La maggior parte del territorio è costituita da quello che viene definito “materiale eruttivo finale”, che ha dato origine, per esempio, alle cave di marmo peperino di Marino, Albano ed Ariccia.
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